RECUPERO DEL CASTELLO DELL’ALLEGREZZA: CHE NE SARA’ DEL BOSCO?

Il monito di Legambiente Bergamo: “Attenzione alla tutela del querceto nel sito protetto del parco dei colli: una strada di cantiere e poi carrabile deturperebbe il paesaggio e l’ecosistema”

Bergamo, 10 Luglio 2023 – Due milioni e mezzo per il recupero del Castello dell’Allegrezza. È quanto stanziato dalla giunta regionale, con l’obiettivo di fare della struttura la sede dell’Osservatorio del Paesaggio.

Una notizia che Legambiente Bergamo riceve positivamente, ma con qualche riserva: «Regione Lombardia ha avviato la procedura per la realizzazione dell’accordo di Programma stipulato diversi anni fa con il Parco dei Colli di Bergamo, il Comune di Bergamo, la Provincia di Bergamo e la Fondazione Misericordia Maggiore per il recupero di un bene architettonico abbandonato da troppo tempo. Già all’epoca sottolineammo la delicatezza di un intervento di restauro del Castello: nelle proposte che venivano discusse si ipotizzava che il sentiero che attualmente permette di raggiungerlo venisse trasformato in una strada di cantiere e che, terminata l’opera, questa stessa strada sarebbe diventata carrabile. Il sentiero di collegamento al Castello passa attraverso il Bosco dell’Allegrezza, un querceto ad alto fusto tra i più significativi del territorio e uno dei due siti di importanza comunitaria gestiti dal Parco dei Colli di Bergamo. Vengono chiamate Zone di Protezione Speciale proprio per sottolineare l’importanza e la necessità della massima tutela e di delicatezza negli interventi. Pare allora un forte controsenso che per istituire un osservatorio sul paesaggio, il paesaggio stesso debba essere deturpato».

Secondo Legambiente il focus sta nella scelta del metodo di tutela di un bene culturale, la cui messa in sicurezza sta a cuore a molti ma, al tempo stesso deve trovare un equilibrio con la difesa dell’ambiente in cui è inserito.

Sul sito della Provincia si legge: “Il sito soffre di tutti gli effetti negativi dovuti alla sua collocazione vicino alla città, primo fra tutti il disturbo antropico causato dall’insufficiente regolamentazione dell’accessibilità, che si concretizza in un degrado non irrilevante, data l’esiguità della superficie interessata”. La Provincia stessa, che ha sottoscritto l’accordo di Programma per il recupero del Castello dell’Allegrezza, ritiene che si debba limitare il più possibile la presenza umana. Sul tema anche il Parco dei Colli di Bergamo si era espresso, nelle informazioni generali sul Sito Natura 2000 SIC IT2060012 Boschi dell’Astino e dell’Allegrezza scrivendo: “Monitoraggio e analisi dell’impatto delle attività ricreative su specie e habitat del Sito (definizione dei flussi di fruizione, mappatura delle aree frequentate, analisi della domanda turistico-sportiva, confronto della distribuzione e dell’abbondanza della fruizione e della domanda di fruizione con la presenza di elementi di sensibilità e di naturalità del Sito)”. Vale a dire che è necessario mettere in atto tutti gli strumenti per evitare che la presenza antropica interferisca con il Sito.

Proprio il Bosco dell’Allegrezza è stato teatro naturale di uno dei più attesi appuntamenti del festival Dirama promosso dall’associazione e appena concluso lo scorso weekend. Con Giorgio Vacchiano, ricercatore in gestione e pianificazione forestale e autore di diverse pubblicazioni tra le quali il libro “La Resilienza del Bosco”, i partecipanti sono stati accompagnati alla scoperta della Riserva Naturale del Bosco. L’area conserva querco-carpineti di grande valore per ricchezza floristica e continuità storica e rappresenta un luogo di elevata biodiversità e di particolare rilevanza ecologica.

«Con fermezza sosteniamo che una strada che modifichi il paesaggio e preveda anche solo un taglio d’alberi lì non deve essere realizzata. A chi si occuperà della progettazione e del recupero dell’edificio, quale che sia il suo uso definitivo, ci rivolgiamo perché tenga ben presente queste indicazioni e faccia tutti gli interventi cercando soluzioni per non interferire con la flora e la fauna che lì intorno vivono e che rappresentano un patrimonio eccezionale di tutta la collettività. Gli alberi e le foreste sono elementi essenziali per l’adattamento al cambiamento climatico e mentre ci donano benefici imprescindibili per la nostra esistenza il nostro compito deve essere gestirli in modo sostenibile assicurando la loro conservazione, la loro resilienza e la loro capacità di contrastare la crisi climatica in corso».

Share

Lascia un commento

WhatsApp chat