Nell’intervista pubblicata oggi al presidente della società Autostrade Bergamasche scopriamo che “incontrare i territori” vuol dire andare nei singoli comuni a discutere revisioni e miglioramenti, mentre nei giorni scorsi il presidente della Provincia ha chiesto alla società che vorrebbe realizzare IPB – Autostrada Bergamo Treviglio – di “incontrare i territori” e riaprire la conferenza dei servizi, che non è una contrattazione singola ma plurale.
Dopo anni, finalmente la provincia di bergamo con il nuovo PTCP è riuscita ad ottenere che le richieste per la logistica non venissero affrontate dal singolo comune ma organizzando un tavolo di concertazione con i comuni confinanti, consacrando il principio che vantaggi e svantaggi debbano essere valutati e condivisi da tutto il territorio interessato dall’opera. Appare anacronistico – e contrario alle disposizioni urbanistiche fissate nel PTCP – che un’opera colossale come l’autostrada possa essere oggi valutata, nelle sue criticità e nei suoi vantaggi (?) comune per comune.
Questo metodo, – andare a bussare alla porta di ogni sindaco promettendo piccole opere compensative – l’abbiamo già visto in tante occasioni e speravamo di non vederlo più: una trattativa personalizzata sulle possibili compensazioni (qualcuno le chiama regalie) e la totale mancanza di analisi del progetto nella sua complessità, che analizzi tutte le problematiche generate dall’intervento e le alternative possibili.
Questo metodo è il metodo Brebemi, che ha fatto lievitare i costi dell’opera, che tanto pagano i cittadini con le donazioni di Regione (pagate con le tasse) e con i pedaggi, e ha permesso una ulteriore cementificazione, con opere che son più cattedrali nel deserto che compensazioni ambientali.
Questo stesso metodo era già stato tentato dal presidente della Provincia Pirovano, che già aveva aumentato il numero delle rotatorie compensative per strappare qualche “sì” in conferenza dei servizi, come il caso di Ciserano.
Anche la modalità, non solo l’approccio, è discutibile: Provincia di Bergamo chiede, finalmente, la riapertura della conferenza di servizi e la società proponente risponde che la Conferenza di Servizi ci sarà dopo che loro avranno fatto il progetto definitivo-esecutivo.
Solo dopo “ci saranno da fare i passaggi di carattere ambientale”, come se questi fossero un’appendice di un progetto e non una parte fondamentale alla sua elaborazione, dando per scontato che in commissione ministeriale questo progetto passi senza alcuna revisione.
Come se i “passaggi di carattere ambientale” non dovessero essere elementi fondamentali per scegliere se realizzare un’opera o meno e come realizzarla.
Il presidente della società proponente evidentemente non ricorda lo studio commissionato da Provincia di Bergamo che dimostra, dati alla mano, che esistono altre possibilità per realizzare meglio il collegamento tra Treviglio e Bergamo, utilizzando solo una parte dei 146mln € messi a disposizione della regione per il progetto autostradale
Del resto. la strategia comunicativa di Autostrade Bergamasche e di Regione Lombardia è chiara: aspettare per proprie incapacità 10 anni. 10 anni senza un piano finanziario (come se stessimo parlando di una manovra di bilancio di un pianeta, 10 anni in cui si accumula traffico volontariamente per creare un bias cognitivo nella popolazione che, esasperata, pur di avere una soluzione, accetterebbe qualsiasi soluzione. Non si può approvare una qualsiasi soluzione, ma si deve puntare alla migliore.
Per questo sfidiamo Autostrade Bergamasche a smetterla con le “trattative riservate” con i singoli Sindaci e affrontare la questione pubblicamente e con tutti i territori e associazioni coinvolte. Autostrade Bergamasche: accetti la sfida di un dibattito pubblico e trasparente o continui con la negoziazione singola sul numero di rotonde?
CAMBIAMOLA!
Legambiente Bergamo
Comitato NoAutostrada Treviglio – Bergamo