La passerella galleggiante Ascona-Isole di Brissago sarà fruibile a pagamento e da un numero massimo di persone al giorno. Il contingentamento è stato deciso «per evitare gli assembramenti che sul Lago d’Iseo avevano un po’ svilito il potenziale di quel progetto dal punto di vista dell’impatto emozionale».
Inoltre, sono ancora in via di definizione l’esatto punto di partenza e quello di arrivo del percorso acquatico. Per dirla in altre parole: non è detto che la passerella partirà proprio dal lungolago Motta.
Benjamin Frizzi, portavoce dei promotori, partiamo da qui: c’è l’idea, e sembra solida, ma il lavoro sui dettagli appare ancora lungo. A partire appunto dall’ubicazione esatta della struttura.
In effetti stiamo lavorando su alcune varianti, anche se ve n’è una particolarmente “calda”. Al momento l’unica certezza è che partirà da Ascona e approderà alle Isole, e che consentirà un’esperienza unica.
Unica… come quella già sperimentata, dagli stessi progettisti, per il progetto di Christo sul Lago d’Iseo?
Ecco, no. Sarà volutamente qualcosa di molto diverso. Là in 16 giorni la struttura era stata presa d’assalto da 1,5 milioni di persone: una “mostruosità” che aveva avuto soprattutto ripercussioni dal punto di vista della vivibilità e della godibilità. Infatti le critiche si concentravano proprio su quell’aspetto. L’unicità dell’esperienza sul Lago Maggiore sarà data dalla qualità dell’esperienza, che dovrà essere legata al concetto di “dare un valore alle cose”. Perciò l’accesso sarà a pagamento e per ogni giornata, durante tutto il periodo, verranno stabiliti dei precisi contingenti.
Come?
Per ogni giornata di visita verrà venduto un numero massimo di biglietti. Chi non riuscirà a… camminare sulle acque un giorno lo potrà fare quello successivo, o appena riuscirà ad accaparrarsi un biglietto. Il rischio che si creino picchi come sul Lago d’Iseo sarà edulcorato dal lungo periodo di permanenza della struttura.
Che sarà tra l’altro un toccasana non solo per il turismo in genere nella regione e in Ticino, ma anche per le Isole e per il Parco botanico che le rappresenta. È uno degli elementi più evidenziati nella vostra prima comunicazione ufficiale.
Esattamente. Vogliamo riportare le Isole e il loro straordinario Parco botanico ai loro anni d’oro. Ma anche qui sarà data priorità alla sostenibilità: la fruizione sarà strettamente commisurata alle loro possibilità di accoglienza. Si vuole rilanciare, non rovinare.
Lo hanno evidentemente capito subito anche i Verdi, che vi sostengono senza riserve.
Segno che il nostro “credo” è passato. Abbiamo insistito moltissimo sull’aspetto ecologico e ambientale, che sarà declinato in una moltitudine di accorgimenti. Già solo il fatto che la produzione dei 200mila cubi di polietilene permetterà di riciclare 500 tonnellate di materiale plastico di scarto, che altrimenti sarebbe stato bruciato nell’inceneritore, è significativo. Dirò di più: il nostro obiettivo è realizzare un progetto ad impatto zero.
Frizzi, oggi come oggi che percentuale di realizzabilità ha, il vostro progetto?
Bella domanda. Io ci credo al 100% e per questo mi sono esposto. Ma è chiaro che la mia, la nostra convinzione non basta, anche se è un ottimo motore. Diciamo che siamo decisamente a buon punto. Lo dimostra il modo in cui, come il sottoscritto, si sono esposti in prima persona ministri come Zali e Vitta, i sindaci dei Comuni coinvolti e l’Otr, con il suo presidente. Aggiungo che l’idea è portata avanti da gente che vive e lavora qui, e quindi ci mette la faccia. Se questo progetto non avesse tutto per funzionare, l’avremmo già lasciato cadere.